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Chiesa di San Borromeo
I Tabarchini sbarcati nell’isola di San Pietro si preoccuparono prima di tutto di costruire la loro parrocchia dedicata a San Carlo Borromeo, in onore del re Carlo Emanuele, fondatore della colonia.
Il progetto della chiesa venne affidato all’ing. Augusto della Vallea nel 1738. Tuttavia alcuni dati stilistici rimandano l’attribuzione al progettista Saverio Belgrano di Famolasco. Durante il suo periodo di permanenza in Sardegna, tra il 1761-69, è presente a più riprese a Carloforte per opere di sistemazione urbanistica e di fortificazione.
Nel 1773, attraverso documenti d’archivio, riguardanti l’attività in Sardegna, si trova menzionato l’ing. Francesco Daristo, operante nella parrocchiale di San Carlo.
La chiesa venne riaperta al pubblico nel 1775. La facciata ha un coronamento a timpano ed è suddivisa in due ordini, compartita da sobrie paraste che inquadrano il portale e il rosone.
L’interno, a navata unica con tre cappelle per lato, è coperto da volta a botte ed è percorso da una robusta e aggettante trabeazione che coordina l’ordine corinzio. L’elemento più vicino all’estetica barocca è l’originale campanile, sfalsato rispetto alla facciata. Sulla transenna dell’altare maggiore sono presenti due coppie di leoni del XVIII secolo.
Chiesa dei Novelli Innocenti
La piccola Chiesa dei Novelli Innocenti oggi si trova su un’altura all’estrema periferia dell’abitato di Carloforte.
Nel 1236 centinaia di ragazzi francesi si ammassarono nel porto di Marsiglia in cerca di un imbarco per la Terra Santa, col desiderio di prendere parte alle crociate. Dopo alcuni giorni di navigazione, i vascelli vennero inghiottiti dal mare in tempesta, davanti alla costa sud occidentale della Sardegna.
Papa Gregorio IX diede ordine di far costruire la chiesa nell’Isola di San Pietro, che venne dedicata ai Novelli Innocenti per commemorare le vittime di quel naufragio. Ancora oggi, all’interno di una nicchia, è presente un affresco non facilmente leggibile perché molto danneggiato, che sembra rievocare il naufragio.
L’attuale impianto tardo barocco venne realizzato nel ‘700 dall’ingegnere militare piemontese Augusto della Valleè. La chiesa fu l’unico riferimento religioso per i Liguri provenienti da Tabarca, ai quali, nel 1736, era stata data la concessione del suolo della piccola isola da parte di Carlo Emanuele III.
Gli elementi che richiamano l’impianto romanico nella Chiesa dei Novelli Innocenti sono la pianta a navata unica e la finestra reniforme della facciata. Quest’ultima è movimentata da doppie lesene verticali, che intersecano una cornicetta ben sagomata e un’altra cornice più pesante, che segna il timpano soprastante; quattro pinnacoli ingentiliscono la parte terminale della facciata e rendono più elegante il piccolo timpano neoclassico.
L’interno è caratterizzato da una volta ribassata a botte, delimitata, lungo tutto il perimetro della navata da una cornice, e movimentata da una serie di finestre unghiate. Il presbiterio è abbellito da tre nicchie, piuttosto ampie e con cornice sagomata. Da segnalare la bella statua e imponente statua di San Pietro in Cattedra in legno policromo del XVIII sec..
San Pietro è rappresentato con la mano destra che indica verso l’alto e la mano sinistra che stringeva forse le chiavi, oggi scomparse, le vesti sono sontuose: il mantello rosso aranciato con risvolto verde chiaro e la veste chiara bordata di rosso; il copricapo è anch’esso verde con bordi dorati; lo sfondo della cattedra è in stucco dorato. La statua richiama, sia nella postura monumentale che nella policromia, lo stile barocco.
Monumento a Carlo Vittorio Emanuele
Il monumento a Carlo Emanuele III di Savoia è ubicato nella piazza principale nel lungomare di Carloforte,a cui dà il nome.
Fu eretto per ringraziare il re ed è costituito da un gruppo di tre statue in marmo con al centro il sovrano. Bernardo Mantero fu lo scultore genovese che eseguì l’opera.
Il 16 luglio 1786 venne inaugurato il monumento con il posizionamento della prima statua centrale, mentre le due laterali furono erette nel 1788 durante la celebrazione del cinquantesimo anniversario della fondazione di Carloforte.
La storia
Ritrovamenti di domus de janas e nuraghi nell’Isola di San Pietro testimoniano la presenza dell’uomo nelle epoche prenuragica e nuragica.
Nel VIII secolo a.C. i fenici costruirono un insediamento stabile con un porto, e lo chiamarono Inosim (Isola degli Spariveiri).
L’Isola fu successivamente conquistata dai punici, dei quali trovano tracce con resti delle loro fortificazioni, un tempio e una necropoli nella parte nord dell’abitato di Carloforte.
Dopo secoli di abbandono l’isola di San pietro venne colonizzata nel 1738 da pegliesi provenienti da Tabarka, isola della Tunisia. I profughi, giunti dalle coste africane, sostarono un paio di giorni a Cagliari e per due settimane nella Tonnara “Su Pranu” a Portoscuso.
Si trattava di pescatori di corallo e commercianti di tessuti e spezie che furono costretti a fuggire dall’Africa. Grazie alla concessione di Re Carlo Emanuele III, riuscirono a tornare in Italia e gli venne concesso di colonizzare l’isola, ma dovettero adattare a diventare dei pescatori.
In onore del Re eressero il monumento a Carlo Emanuele III, e il paese venne chiamato Carloforte (Forte di Carlo). Mentre fu dedicata a San Carlo Borromeo la chiesa parrocchiale principale del paese.
Gli abitanti di Carloforte conservano ancora oggi intatto il dialetto ligure, che viene chiamato tabarchino per la provenienza dall’isola di Tabarka.
Ci furono tra le fine del 1700 e gli inizi del 1800 numerose incursioni dei pirati, che crearono grandi difficoltà alla popolazione locale, sino a quando non furono debellate dal mediterraneo.
Il 10 novembre del 2004 Carloforte è diventato comune onorario della città metropolitana di Genova, per i legami storici, economici e culturali, e in particolare con il quartiere di Pegli, luogo di partenza dei primi migranti. Nel 2006 lo stesso riconoscimento venne dato a Calasetta in quanto anch’essa fondata nel 1770 da una seconda ondata di coloni provenienti anch’essi dall’isola di Tabarka.
Carloforte ancora oggi celebra ogni anni il gemellaggio con Pegli.