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Narcao
Nel cuore di un antico bacino geologico ricco di lipariti e trachiti troviamo Narcao, un paese con oltre 3000 abitanti nella parte più interna del Sulcis.
Le attrattive principali sono:
- L’affascinante Villaggio Minerario di Rosas,
- l’evento di musica internazionale Narcao Blues.
Miniere di Rosas
La più importante attrazione turistica presente nel territorio di Narcao è il sito archeologico industriale dell’Ecomuseo Miniere Rosas.
La Miniera di Rosas è la prima nella storia mineraria del Sulcis: la sua concessione risale al 1851, terza in ordine di tempo dopo Montevecchio a Guspini e Monteponi a Iglesias.
La miniera prende il nome dal vicino Monte Rosas nel quale, nel 1929, venne scoperto un nuovo minerale a cui si diede il nome appunto di Rosasite.
La cava si sviluppa da Nord Ovest-Nord Est a Sud Est in un’area metamorfica tra calcari e scisti che hanno dato luogo a mineralizzazioni misti di blenda e galena, di ferro e calcopirite.
Il giacimento, molto complesso sotto l’aspetto geo-minerario, è strettamente legato a quello della vicina miniera di Sa Marchesa a Nuxis.
La miniera venne scoperta nel 1832 da Enzo Perpignano e nel 1849 venne riconosciuta come area mineraria.
Passarono 2 anni prima che Re Vittorio Emanuele II rilasciasse la concessione come “Società Anonima dell’Unione Miniere del Sulcis e del Sarrabus”.
Le attività principali svolte all’interno della zona erano l’estrazione del piombo, dello zinco, del ferro e della galena.
Nei primi anni di attività il processo estrattivo dei minerali fu molto lento e occupava pochissimi lavoratori.
Molte società si susseguirono alla guida della miniera, ma non furono in grado di far sviluppare il processo produttivo e di conseguenza fallirono.
Nel 1899 divenne di proprietà della società belga Anonyme Minière di Liegi che fu in grado di apportare una rivoluzione con l’installazione di nuovi macchinari, in grado ampliare l’estrazione dei minerali e aumentare di conseguenza di gran lunga la manodopera.
Il cambiamento fu così radicale che i proprietari fondarono un villaggio completamente autosufficiente, in modo che i miniatori non si allontanassero dalla zona estrattiva e potessero così affrontare gli ingenti turni di lavoro.
Era dotato di un ufficio postale, di scuole e di caseggiati utilizzati dai minatori, nei quali portavano le proprie famiglie, in modo da poter svolgere una normale vita quotidiana.
La società, in maniera molto furba, elargiva gli stipendi con una “moneta” interna al villaggio, in modo che i minatori fossero costretti a spendere tutti i propri compensi all’interno dell’area da lei gestita, aumentando così i propri guadagni.
Il periodo di prosperità della Miniera di Rosas durò sino all’inizio della Prima Guerra Mondiale.
Mancando la manodopera maschile, impegnata sul fronte, la nuova direzione dovette impiegare i carcerati insieme a donne e bambini nell’attività estrattiva.
Tutto questo comportò la chiusura della miniera nel 1918 e sino alla fine della Seconda Guerra Mondiale.
La produzione mineraria rimase attiva sino al 1980 quando, a causa dell’apertura del polo industriale di Portovesme, i minatori furono attratti dalle nuove attività professionali che prevedevano condizioni di lavoro e compensi migliori.
Nel 1986, grazie all’intervento del comune di Narcao, con l’aiuto di fondi dell’Unione Europea, è stata riconvertita in Museo di Archeologia Industriale.
Dopo più di 20 anni di lavori il sito minerario è stato aperto alle visite turistiche nel 2009.
Offre oggi un complesso museale e ricettivo di primo livello, visitabile per 365 giorni l’anno sia il mattino che la sera.
Sono stati ristrutturati i vecchi alloggi dei minatori nei quali è possibile pernottare con la disponibili di 110 stanze.
Il vecchio ufficio postale è stato convertito a Ristorante nel quale è possibile gustare prelibati piatti tipici della gastronomia del Sulcis.
Inoltre dispone di un bar, che sostituisce l’ex fucina, con terrazza panoramica in legno dove potersi immergere nella natura e nelle fatiche che provarono i minatori.
L’Ecomouseo di Rosas da qualche anno fa parte del Parco Geominerario della Sardegna ed è sotto la tutela dell’UNESCO (Organizzazione mondiale per la tutela del patrimonio dell’umanità).
La Visita Guidata
La visita guidata inizia nella Laveria, che rappresenta il centro dell’Ecomuseo di Rosas. Nel piano terra è possibile visitare un museo dove sono presenti i vari minerali che venivano estratti.
All’interno del museo si trova un’esposizione degli oggetti e dei macchinari che venivano utilizzati per il processo estrattivo, molti effetti personali dei minatori, oltre ad un sistema interattivo visivo e sonoro che permette al visitatore di immedesimarsi nella vita dei lavoratori.
Nella parte dedicata al museo antropomorfo vengono raccontate le condizioni di lavoro e di vita dei minatori e delle loro famiglie. Vengono descritte le loro vite quotidiane, fatte da turni di lavoro massacranti, malattie, condizioni di lavoro disumane che portavano ad incidenti spesso mortali.
La sala macchine della Laveria si trova al primo piano dove vengono mostrati i processi produttivi del lavaggio del minerale grezzo sino all’ottenimento del prodotto finito.
Le macchine sono ancora funzionanti e vengono messe in funzione per qualche secondo, in modo da far rivivere per pochi attimi al turista i rumori frastornanti ai quali erano soggetti giornalmente gli operai.
Dalla zona della Laveria ci si sposta in macchina verso la zona di estrazione del minerale. Si viene dotati di casco e lampada e si entra all’interno della Galleria Santa Barbara alla scoperta di tunnel e cunicoli. La guida fa una descrizione dettagliata dell’attività che venivano svolte dai minatori, in un ambiente malsano e pieno di pericoli. A causa di tutto ciò, la vita media auspicabile per un minatore era di 35 anni.
Spostandosi con la macchina verso la cima del Monte Rosas è possibile visitare il resto del parco dell’Ecomuseo di Rosas. Immerso nel verde si trova un laghetto ed è possibile osservare le vecchie strutture utilizzate dai minatori e dalle famiglie, come ad esempio la scuola.
Visitare l’Ecomuseo di Rosas permette di capire quali fossero le condizioni di lavoro a cui venivano sottoposti i minatori, creando dentro il visitatore delle forti emozioni.
Oltre alla visita guidata, all’interno della zona del parco è possibile fare delle escursioni Trekking, a Cavallo e in Mountain Bike.
Tempio della Dea Demetra e Kore
Uno scavo archeologico nel 1971 a 7 chilometri da Narcao, nelle vicinanze della frazione di Terraseo, portò alla luce i resti di un antico tempio tardo punico dedicato alle divinità Demetra e Kore.
Costruito nelle vicinanze di un pozzo, all’interno del tempio è presente un piccolo altare dove venivano celebrati i riti per le divinità.
Il tempio può essere diviso in tre ambienti principali:
- il primo è costituito da un edificio a pianta rettangolare,
- il secondo è un deposito, nel lato nord occidentale, che conteneva molti reperti che si pensa venissero donati alla divinità,
- il terzo probabilmente era la casa del sacerdote e della dea.
In posizione frontale rispetto al tempio troviamo 6 altari, cinque abbastanza grossi della stessa dimensione e uno più piccolo. Nei pressi di essi sono state ritrovate grosse quantità di ceneri, piccoli frammenti ossei e denti di animali. All’epoca tardo punica e romani erano comuni i sacrifici animali per rendere omaggio agli dei.
In tutta la zona sono stati fatti tantissimi ritrovamenti di reperti archeologici che si trovano principalmente nel Museo Archeologico di Cagliari.
Nel Tempio delle divinità Demetra e Kore sono state trovate numerose statuette che rappresentavano la Dea Demetra come una donna con il velo, che stringe un maiale al seno e regge una torcia con la mano destra della grandezza di 15 cm. Sono stati ritrovati statue di culto più grandi come quella della dea Demetra Cruciforme.
Nuraghe Monte Atzei
Un’importante testimonianza della presenza dell’uomo in epoca nuragica è data dal Nuraghe Atzei, in località Monte Atzei, a circa 1 chilometro dal centro abitato di Narcao.
Il Nuraghe Atzei è uno dei rari esempi di nuraghe a corridoio che è possibile visitare nel sud Sardegna.
I nuraghi a corridoio vengono chiamati protonuraghi e sono edifici ciclopici di età più antica rispetto ai tipici nuraghe a tholos.
La costruzione risale all’epoca del Bronzo medio (1800-1600 a.C.) e si presenta con una forma ellittica per una lunghezza di circa 30 metri, ha un diametro di oltre 20 metri, e un’altezza che arriva a circa 4 metri.
La struttura del Nuraghe Atzei venne realizzata con l’utilizzo di grosse pietre di origine vulcanica del peso di qualche tonnellata, di pietre più piccole per riempire gli interstizi fra di esse.
Nella parte Nord Ovest è possibile ancora oggi osservare il corridoio che collegava le due torri principali, originariamente coperto con pietre piatte.
Scavi più recenti hanno portato alla luce numerose tracce di capanne nelle vicinanze del nuraghe.
Il villaggio adiacente al Nuraghe Atzei è formato da capanne di forma circolare e grazie alle ceramiche e ai manufatti ritrovati, possiamo collocarlo in un epoca del Bronzo recente (1500-1300 a.C.).
Parco Monte Atzei
Il Parco di Monte Atzei è una lussureggiante pineta circondata da un bosco di macchia mediterranea a poca distanza dal centro di Narcao.
Il parco è composto da un folto bosco di pini, lecci secolari e querce e al suo interno troviamo tavoli, barbecue, acqua corrente e bagni pubblici per poter trascorre una giornata in relax in mezzo al verde.
Al centro del parco troviamo un anfiteatro realizzato in pietra, utilizzato nel periodo estivo per organizzare diverse manifestazioni che attirano tantissime persone anche dai paesi limitrofi.
All’Interno del Parco di Monte Atzei troviamo anche una zona Camper Service, completamente gratuita e dotata di:
- carico e scarico serbatoio
- colonnine per l’erogazione della corrente elettrica
- colonnine per l’erogazione dell’acqua
- sosta/parcheggio per più di 10 camper
- apertura al pubblico annuale
L’area è videosorvegliata, illuminata con impianti fotovoltaici, recintata ed è ammessa l’apertura del tendino.
Per avere l’accesso gratuito è necessario registrarsi all’INFOPOINT di Narcao per ottenere la chiavetta per usufruire di tutti i servizi.
Questa iniziativa è stata presa dal Comune di Narcao per incentivare la promozione turistica del territorio.
La Storia
Le grotte presenti nelle colline del territorio di Narcao favorirono i primi insediamenti umani nel periodo prenuragico.
La numerosa presenza di nuraghi nel territorio, tra cui il Nuraghe Atzei, testimoniano che anche la civiltà nuragica esisteva in queste terre durante l’età del bronzo.
Le origini del paese, come molti della zona, risalgono circa all’anno 1000, quando i monaci benedettini occuparono le fertili campagne di Narcao. Le numerose sorgenti costituirono per lungo tempo la più grande risorsa del paese.
Nel 1323, sotto la dominazione aragonese, Narcao contava più di 400 abitanti.
Nei secoli a venire, a causa delle continue incursioni barbariche dei pirati provenienti dal mare, il paese si diradò e le popolazioni si rifugiarono verso l’interno.
Solo molti secoli dopo, verso la fine del XVIII secolo, Narcao iniziò a ripopolarsi grazie all’insediamento di contadini e pastori, molti provenienti dalla Barbagia.
Nel 1853 Narcao contava 2280 residenti e venne riconosciuto comune autonomo ( con Regio Decreto del Regno di Sardegna dell’11 luglio 1853 n. 1584).